sabato 20 dicembre 2008

Il tradimento del Sistema sanitario nazionale.La Sanità tradita dai partiti


Riporto di seguito l’articolo di Umberto Veronesi , pubblicato oggi sul Riformista, dove il Medico parla dei tradimenti del Sistema Sanitario nazionale, e in particolare del tradimento della politica; vi invito ad una riflessione:
“Il nostro Sistema sanitario nazionale fonda le sue radici su un pensiero così avanzato, da rappresentare, a trent’anni dalla sua istituzione, un elemento di rottura, in senso innovativo, per tutta l’Europa. La legge 833 del 1978 si ispira infatti al profondo movimento di pensiero che ha portato in primo piano i valori fondamentali della democrazia, rendendo possibili le grandi conquiste sociali di quegli anni. Il 1978è l’anno della legalizzazione dell’aborto e della chiusura dei manicomi. Tecnicamente, la legge 833 da attuazione all’articolo 32 della Costituzione italiana, che sancisce il diritto alla salute come diritto fondamentale dell’individuo, da tutelare nel pieno rispetto della sua dignità e libertà. C’è in questo articolo non solo l’affermazione dell’universalità , dell’equità e dell’autodeterminazione individuale come principi quida dell’assistenza sanitaria, ma anche la nuova concezione della medicina, intesa come presa in carico del cittadino nella sua globalità di persona. Gli obiettivi della legge 833 vanno infatti ben oltre il garantire diagnosi e cure appropiate. Comprendono la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un’adeguata educazione. La prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro. Il superamento degli squilibri territoriali nelle condizioni socio sanitarie del paese, le scelte responsabili e consapevoli di procreazione e tutela della maternità e dell’infanzia, la promozione della salute nell’età evolutiva, la tutela della salute degli anziani per prevenire e rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione. Confrontandoci oggi su come e quanto queste finalità siano state realizzate, dobbiamo prendere atto che lo spirito della riforma sanitaria ha subito almeno tre profondi tradimenti. Il primo tradimento è di natura scientifica e riguarda la prevenzione. Innanzitutto la grande spinta alla prevenzione delle malattie non è completata nei livelli fondamentali di assistenza (Lea, cioè le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini) che continuano ad essere fondamentalmente terapeutici. Inoltre non sono state attuate le necessarie campagne di sensibilizzazione ed educazione necessarie a prevenire i comportamenti a rischio che portano alla malattia; vedi il grande nemico della salute, il fumo, che è stato sostanzialmente ignorato. Il secondo tradimento è di natura politica: è mancata la partecipazione popolare alla gestione della salute. L’organizzazione delle competenze, come delineata dalla legge, prevede “la più ampia partecipazione degli operatori della sanità, delle formazioni sociali esistenti sul territorio e dei rappresentanti dei cittadini a tutte le fasi della programmazione delle attività delle unità sanitarie locali e alla gestione sociale dei servizi sanitari”. Questo punto è stato pressoché ignorato e la presenza popolare è stata sostituita da quella dei partiti politici: dovendo attribuire e condividere una responsabilità fondamentale, quale è quella del benessere della persona, è apparso logico che i partiti fossero gli strumenti più altamente rappresentativi della volontà popolare. Va detto che in alcuni casi così è stato, ma in molti (troppi) frangenti purtroppo la politica ha preso le distanze dai bisogni della gente per dare priorità ai bisogni del potere. Si sono create così situazioni aberranti in cui, ad esempio, i medici e i primari venivano scelti per gestire malati e reparti non sulla base del loro valore, ma seguendo le logiche di partito. Il terzo tradimento è di natura strutturale e riguarda gli ospedali, che sono lo specchio di un sistema sanitario pubblico. La riforma ospedaliera, che prevede la modernizzazione dell’intero sistema e la concezione stessa dell’ospedale, è stata rimandata per trent’anni. Giace in un cassetto dell’attuale ministero della Salute un progetto che, ancora nel 2000, io stesso ho messo a punto con l’architetto Renzo Piano, per rivoluzionare l’organizzazione ospedaliera e mettere il paziente al centro. E’ un progetto all’avanguardia, in linea con lo spirito originario e l’ossatura del nostro sistema sanitario, C’è da augurarsi che i cittadini italiani, malati e non, non debbano aspettare trent’anni per vederlo realizzare.”
“Tratto da Il Riformista di Sabato 20 dicembre 2008”

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