giovedì 29 gennaio 2009

CONTRO LA PDL 1360 CHE INTENDE EQUIPARARE PARTIGIANI E REPUBBLICHINI

Una immagine del convegno contro la 1360 (lunedì 26 gennaio, Museo storico della Liberazione di Roma, via Tasso). Da sinistra Pierluigi Severi, Paolo Masini, Alessio D'Amato, Armando Cossutta, Giuliano Vassalli. Si intravede anche il Prof. Parisella. Di seguito il mio comunicato stampa relativo all'evento e alla mobilitazione necessaria contro questa inaccettabile proposta di legge.
Da un’affollata iniziativa al Museo storico della Liberazione di Roma, svoltasi oggi e promossa dal consigliere regionale Alessio D’Amato (Pd), presidente della Commissione Affari costituzionali e statuari, parte la mobilitazione per dire no alla proposta di legge 1360 che equipara partigiani e repubblichini.“Auspico che da questo luogo sacro per Roma si possa avviare una mobilitazione unitaria e diffusa. La pdl 1360 va ritirata”, ha affermato Alessio D’Amato durante il dibattito. Oltre ad Alessio D’Amato hanno partecipato all’iniziativa Giuliano Vassalli, presidente emerito della Corte Costituzionale, Armando Cossutta, Anpi, Paolo Masini, consigliere del comune di Roma, Antonio Parisella, presidente del Museo storico della Liberazione di Roma, e Pierluigi Severi, direttore editoriale “Minerva”. In particolar modo Giuliano Vassalli, nel ribadire la contrarietà alla 1360, ha dichiarato che “occorre una mobilitazione per non annegare in un mare di ignoto”.Armando Cossutta ha invece ricostruito le vicende storiche degli anni della Resistenza, dichiarando: “Come si può dare un riconoscimento della Repubblica a Sasà Bentivegna (presente in sala), al sottoscritto, a Giuliano Vassalli e nel contempo a coloro che sparavano contro me, Vassalli e Bentivegna?”. Pierluigi Severi, già prosindaco di Roma durante le giunte di centrosinistra, ha ricordato che “questa proposta non rientra in un esercizio di revisione storica ma nega la storia, mettendo sullo stesso piano gli oppressi con gli oppressori”. Paolo Masini, consigliere comunale, ha ricordato come “non è casuale questa proposta di legge, ma rientra in un contesto, soprattutto a Roma, di iniziative tese ad esaltare il Ventennio fascista”.

mercoledì 21 gennaio 2009

SABATO 24 SU LA7 PER PARLARE DE "LE MANI SULLA SANITA'"

Sabato 24 gennaio sarò su La7, ospite del Tg, dalle 20 alle 20,30. Parlerò de "Le mani sulla Sanità". Spero troviate il tempo di vedermi e di farmi sapere il vostro parere.

martedì 20 gennaio 2009

SENZA MEMORIA NESSUN FUTURO

Ancora un’iniziativa contro la proposta di legge 1360 che cancella la storia, mettendo sullo stesso paino chi combatté per il trionfo del nazismo e chi “salì in montagna” per organizzare la Resistenza… La 1360 non deve passare. Con Giuliano Vassalli, Armando Cossutta, Alessio D’Amato, Paolo Masini, Pierluigi Severi, Antonio Parisella a Via Tasso, Museo Storico della Liberazione di Roma, Lunedì 26 gennaio, ore 16,30.

giovedì 15 gennaio 2009

Agli italiani il Ssn piace, ma funziona bene solo al nord

Avevo già parlato in un post di dicembre di un sondaggio sul gradimento da parte dei cittadini italiani del Sistema Sanitario Nazionale a 30 anni dalla sua istituzione. Lo aveva pubblicato Repubblica Salute, e ne usciva un quadro fatto di luci e di ombre, dal quale si desumeva comunque un dato certo: gli italiani non vogliono rinunciare al sistema pubblico. In queste ore le agenzie riportano i risultati di un altro sondaggio, che conferma quei dati. Riporto la notizia (Apcom).


A trent'anni dalla sua istituzione il Servizio sanitario nazionale raccoglie la fiducia della maggiorparte degli italiani (54%) ed è largamente preferito alla sanità privata (che piace solo a tre cittadini su dieci). L'Italia della salute sembra però spaccata in due: una al nord promossa a pieni voti e una al centro-sud, dove disfunzioni e carenze organizzative e strutturali fanno scendere il gradimento e la fiducia (sotto la soglia del 50%). Sono i risultati dell'indagine 'La qualità dei servizi sanitari in Italia offerti dal Ssn', promossa dall'Anaao-Assomed (Associazione medici dirigenti) e realizzata dalla Swg di Trieste su un campione rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 25 anni. La disparità di giudizi tra nord e sud sembra in ogni caso annullarsi quando ci si rivolge a persone che hanno avuto un'esperienza diretta recente dei servizi sanitari: è questo ad esempio il caso degli ospedali pubblici, la cui qualità di prestazioni e servizi viene promossa in tutto il paese. Dall'indagine l'ospedale pubblico risulta infatti come punto di riferimento principale per l'assistito e sembra resistere come presidio di qualità cui gli italiani continuano a rivolgersi con soddisfazione, anche al centro e al sud. La qualità delle cure e delle prestazioni ospedaliere è infatti giudicata soddisfacente dal 72% degli intervistati, una media che comprende la soddisfazione del nord (82%), del centro (68%) e del sud (57%). Giudizi quasi analoghi per il personale medico e sanitario, che risulta promosso dal 70% degli italiani (80% al nord, 63% al centro, 60% al sud). Gli ospedali del sud sono invece penalizzati per la gestione, con giudizi che scendono sotto la soglia del 50% quando si parla di comfort, vitto, organizzazione, servizi di informazione e igiene. Infine uno sguardo alla malasanità, la cui responsabilità viene addebitata più all'incapacità di medici e operatori che a carenze del sistema sanitario. E mentre i più giovani (under 35) sono propensi a sostenere l'inadeguatezza del sistema (58%), gli over 55 preferiscono indicare quella delle persone (63%).

venerdì 9 gennaio 2009

I DATI DRAMMATICI DI ACHILLE SERRA SU CORRUZIONE E MALASANITA'

In una intervista di un paio di giorni fa a cura di Claudia Fusani ("l'Unità"), l'ex prefetto Achille Serra ha parlato di corruzione e malasanità (in particolare in Calabria). Sono numeri, quelli snocciolati da Serra, sconcertanti. Vi invito a leggerli:

C’era un ufficio in Italia che si occupava di corruzione. Non quella che è già reato e affare della magistratura. Si occupava del fenomeno, delle cause e delle conseguenze, un monitoraggio continuo. «Lo aveva voluto Berlusconi nel 2005 - racconta il prefetto Achille Serra che ne è stato l’Alto Commissario prima di diventare senatore del Pd - ma proprio Berlusconi lo ha chiuso a giugno, è stato uno dei primi atti del governo. Ha dato le competenze al ministro Brunetta».
Lei è stato Alto Commissario dal settembre 2007 al febbraio 2008. Una fotografia del fenomeno? «Con Pier Camillo Davigo, ex del pool di Mani Pulite ora in Cassazione, abbiamo presentato la prima mappa della corruzione in Italia. Una fotografia sconcertante».
Ad esempio?«Il ministro alla Sanità Livia Turco ci dette l’incarico di indagare sul fenomeno della malasanità in Calabria». Il nesso tra malasanità e corruzione? «Dopo mesi di audizioni io e il prefetto Silvana Riccio abbiamo scritto una relazione su come funzionava la sanità in Calabria. Qualche numero: su 39 ospedali 36 sono risultati irregolari, su 63 strutture sanitarie, ambulatori, case di cura convenzionate, guardie mediche, 38 sono irregolari. Eppure la Regione Calabria investe in Sanità l’8,77 del pil, il doppio rispetto alla Lombardia. La malasanità è cattiva gestione ma anche corruzione nel momento in cui i direttori generali delle Asl vengono scelti non sulla base di requisiti di professionalità ma di altro genere. La sanità non funziona perchè arrivano tanti soldi e vengono spesi male e anche questo è conseguenza della corruzione. Nel nostro viaggio-indagine in Calabria abbiamo visto cose incredibili: a Melito Porto Salvo c’erano pazienti in dialisi su letti arrugginiti e accanto a pareti piene di umido, secchi sudici accanto alle garze sterili».
Dopo la vostra relazione è cambiato qualcosa? «Io ho lasciato per candidarmi alle politiche, poi l’ufficio è stato, nei fatti, chiuso. Non credo sia cambiato qualcosa».


mercoledì 7 gennaio 2009

Inghilterra: malasanità, più di tremila decessi nel 2008

Dopo la notizia sconcertante che avevo avuto modo di commentare il 16 dicembre scorso (37mila morti l’anno in Europa per errori ospedalieri, fonte UE), arriva una conferma dall’Inghilterra. “L’Unione Sarda” riporta i dati raccolti dai liberaldemocratici inglesi, secondo cui negli ospedali del Regno Unito si sarebbero verificati, nel 2008, 3.645 decessi legati a negligenze e a vicende di malasanità. Ancora numeri impressionanti per un fenomeno evidentemente non solo italiano e molto più ampio di quello che si pensava.